venerdì 31 ottobre 2014

2014, Malagò: “riduciamo le sperequazioni nel mondo dello sport! Il Calcio avrebbe potuto perdere più soldi e non l’ho consentito, ma serve ossigeno per gli sport minori”. E nella politica Equestre come siamo messi a sperequazioni? Qual è il vero segno del cambiamento?

2014, Malagò: “riduciamo le sperequazioni nel mondo dello sport! Il Calcio avrebbe potuto perdere più soldi e non l’ho consentito, ma serve ossigeno per gli sport minori”. E nella politica Equestre come siamo messi a sperequazioni? Qual è il vero segno del cambiamento?

I Blogger? Sono un po’ una razza strana, non trovate? Mentre vi parlano del presente, vi trovano le connessioni con il passato ed il futuro, posso farvi un esempio?
Prima di parlarvi di quello che mi ha recentemente colpito (il coraggio di Malagò ed i soldi per il Calcio), vi parlo di un uomo che ha contribuito enormemente alla cultura a 360 gradi, e non credo solo a mio parere: Indro Montanelli.  Nel numero di Oggi dell’8 Gennaio 1977 scrisse:

Le idee? Impossibile credere di riuscire a eliminarle
«È inutile chiudere le porte alle idee, le idee le saltano», diceva da vecchio il conte Metternich, che se ne intendeva perché a cercar di chiudere la porta alle idee aveva dedicato quasi tutta la sua lunga esistenza. È proprio così, e la storia ce ne offre prove a ripetizione. Non c' è mai stata polizia, per quanto potente e bene organizzata, che abbia potuto fermare il pensiero. Non ci riuscì quella di Hitler, che pure non badava ai mezzi per far «cantare» la gente e liquidarla. Non ci riuscì quella di Stalin, che 

addirittura soppresse i quattro quinti della dirigenza del partito e perfino i propri capi (Yagoda e Beria, per esempio). Non ci riesce nessuno, così come non ci riescono le censure. Le idee non si possono eliminare per la ragione che nascono da certe esigenze della società e quindi, prima o poi un' espressione la trovano.

E quindi continuo:
Se le idee di oggi sono la trasparenza e l’abbattimento delle sperequazioni, a mio parere, non ci saranno porte che riusciranno a fermarle: ormai il vento sta per cominciare ad alzarsi e sono convinto che soffierà forte: o ammainate le vele per paura della tempesta o le issate per veleggiare sull’onda del cambiamento. Io? Le tiro su!



Non entro nel merito se vi piace o meno il Presidente Malagò e tengo per me la mia opinione. Di fatto, Malagò sta effettuando un cambiamento e sta usando due parole ben precise per questo cambiamento: trasparenza ed abbattimento delle sperequazioni economiche.

Vi riporto il testo di Malagò (copia ed incolla) che ho letto da Sport Secolo XIX:
Ufficialmente le cifre saranno svelate domani da Giunta e Consiglio che approveranno il budget 2015. Il calcio paga pegno ma per Malagò al mondo del pallone è andata anche bene: «È emerso che il calcio avrebbe perso l’80% del contributo riservato dal Coni, ho ritenuto giusto creare una dinamica di atterraggio a questa vicenda creando forchette di minimo e massimo a favore delle federazioni, afffinché non ci fossero sperequazioni che avrebbero destabilizzato tutto il contesto».

C’è un'altra cosa che mi piace in questa frase: “le cifre saranno svelate domani”! Evviva la trasparenza! Vi ricordate il mio articolo?




Per dovere di cronaca cerco di sintetizzare quanto è successo ed è argomento di questi giorni: da quando è venuto meno il totocalcio, ci sono stati problemi tra il Calcio, il CONI e il Monopolio di Stato. Probabilmente, non essendoci più questo “apporto economico” del Tototcalcio che faceva il giro tondo tra questi tre protagonisti, forse, e ripeto forse, troppi soldi del CONI andavano al Calcio senza  particolari motivi, forse, e ripeto forse, solo per una sorta di “abitudine” di spesa in quella direzione.
A prescindere dalle mie idee in merito e per quale sport ho più passione, immagino che, probabilmente, qualcuno si sarà domandato (a torto o a ragione): 

“Non essendoci più il finanziatore ufficiale del Calcio (leggi Totocalcio), perché questi deve rimanere privilegiato?” Magari altri non saranno d’accordo su questa sintesi, di fatto qualcosa di simile sarà successo, vi trovate?

Voglio riportare l’attenzione sulle parole usate da Malagò: di abbattimento delle sperequazioni e di trasparenza, a mio parere i cardini del prossimo cambiamento, le idee alle quali sarà impossibile chiudere le porte!



Per parlare di sperequazioni, entriamo nell’argomento bilancio, vi trovate?
Pubblicare il bilancio e la ripartizione equa di spesa tra i vari capitoli ed investimenti, tra l’altro trasparenti (comprensibili), da sempre più un idea di onestà e di democrazia. Siete d’accordo con me?

A mio parere, i bei tempi dell’assistenzialismo di una volta: se non stanno finendo è perché sono già finiti! Intendo, con questa affermazione, evidenziare com'è cambiata la musica, sia in termini di conti in ordine e “nel (dentro)” bilancio, sia in termini di pubblicazione e trasparenza (comprensione delle voci). D'altronde, ai tempi d’oggi, perché non dovrebbe esserci trasparenza dei conti pubblici? E perché non pubblicarli? Ma poi, perché devono continuare ad esserci sperequazioni, che sono frutto di dittature e non di democrazia? Vi trovate?



Quello che ora mi domando è: Cosa si intende per investimento per lo sport? Verso quale direzione devono andare gli investimenti? A chi devono andare ed in che misura? Seguendo il principio di non fare sperequazioni come Malagò docet, come si fa a sapere che i soldi per lo sport vengono spesi equamente e nel modo dovuto? Come si fa a sapere il tutto se non c’è trasparenza e pubblicazione dei conti?


Care Amministrazioni Sportive e Gestori di soldi pubblici e dello Sport: «È inutile chiudere le porte alle idee, le idee le saltano», perchè nascono da certe esigenze della società e quindi, prima o poi un' espressione la trovano. 


                                                            
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