giovedì 13 gennaio 2011

Come costruire un Campo per l’Equitazione: Il parere di Enzo Dell’Acqua (Equifare è in attesa di chiunque voglia collaborare).

Egregio Dott. Bellotti,
Le scrivo questa seconda mail dopo aver letto quanto da Lei riportato nel Blog.
Leggendo il suo primo post sono rimasto favorevolmente colpito. Purtroppo devo annotare che nei seguenti, forse per il fatto che non esistono testi che trattano dell’argomento, come spesso accade a chi vi si affaccia inizialmente, si è fatto ingannare da notizie parziali e, in alcuni casi, decisamente erronee.
Le scrivo quindi non come direttore tecnico dell’equestrian team della XXXXXXXXXX, ma come esperto del settore. In primo luogo vorrei dirLe che mi posso fregiare del titolo di esperto solo ed esclusivamente in ordine all’assoluta mancanza di concorrenza.
(NOTA BENE Equifare ha cancellato il nome della ditta per cui lavora il Dr. Dell’Acqua per timore di essere accusato di pubblicità gratuita, basta un motore di ricerca su internet per sapere le informazioni per rintracciarlo)
Ho semplicemente dovuto vagliare tutte le notizie di cui lei pure sta facendo uso, studiando e sperimentando, poiché a differenza di altri, ho dovuto fornire una base scientifica e progettuale all’impresa. Senza tali basi la stessa non avrebbe mai potuto costruire campi o piste, in quanto i clienti pretendono, a ragione, che quanto si costruisce sia affidabile e garantibile. Questa necessità d’impresa non deriva solo dalle certificazioni iso di qualità e dal mercato prevalente di opere pubbliche (strade, ponti, aeroporti, fognature, acquedotti, cavidotti, gasdotti, consolidamento di terreni e versanti ecc. ecc. ) ma anche dal preciso indirizzo di lungo corso che porta le stessa ad essere sul mercato dal 1896.
Non le parlo di garantire dei materiali, come le sabbie.
Certi “venditori di sabbie” che si spacciano per esperti, millantano di garantire chissà che. Se si volesse garantire un campo bisognerebbe esistessero a monte delle specifiche da rispettare, come lo sono ad esempio le norme iso.
Le sto parlando, per quanto oggi sia considerato a volte anacronistico, di deontologia, di correttezza e di professionalità.
Ora, l’unico testo sull’argomento me lo sono dovuto scrivere da solo, quindi si immagini quanto poco diffuse siano le conoscenze nel campo. Per carità, non è che quanto da me scritto sia inutile, ma avrei sperato di poter trovare nel XXI° secolo, qualcosa di più, anzi, qualcosa.
Tornando alle mie ricerche, vorrei evidenziare una cosa.
I primi otto anni di attività “equestre” dell’impresa sono stati caratterizzati da manutenzioni e correzioni di lavori eseguiti da altri. Quasi tutti i casi esaminati avevano difetti talmente enormi da rendere i campi inutilizzabili. Molti interventi furono eseguiti su piste e campi costruiti da poco tempo.
Attraverso una buona conoscenza della meccanica dei terreni, derivata dall’attività prevalente dell’impresa, abbiamo potuto intervenire con buoni risultati.
A fronte di tale successo sono giunte le prime richieste di costruzione di campi.
Iniziate le ricerche in tal senso sono addivenuto nel 1998 alla redazione del progetto del primo campo prodotto.
Vi sono giunto dopo tre anni di studio e sperimentazione e la produzione di due campi sperimentali per testare i risultati di tali studi.
Ora, creda, sono lento, ma non così tanto.
Oggi abbiamo prodotto più di 200.000 mq. di terreni, in silenzio, senza vendere prodotti miracolosi, senza mai cedere alla tentazione di ingaggiare qualche Vanna Marchi per strillare quanto siamo bravi. Tutto ciò grazie all’approccio progettuale che adoperiamo, unito ovviamente alla continua ricerca e sperimentazione.
Ritornando a quanto da lei scritto, torno a consigliarle la lettura del mio libro.
In sostanza, mi consenta un esempio, lei è partito nel descrivere quanto è bella una casa, poi ha approfondito la necessità di costruirne delle fondamenta ed ha descritto quanto sia utile avere un vespaio se si ha lo scantinato. Poi è passato a descrivere quali finestre e porte siano migliori, quanto calcestruzzo ci vuole all’incirca, quanto potrebbe costare, e per finire come sia importante un buon tetto. Dopo tutto ciò ha concluso, meglio, proseguito, dando la ricetta per la costruzione di una casa. Una domanda. Lei ci andrebbe ad abitare in una casa costruita senza alcun tipo di progetto? O con un progetto fatto dal muratore che dice un po’ di questo e un po’ di quello perché l’ha gia fatto? Le dico cosa ne penso io. Io non ci andrei.
(Roberto Bellotti scrive: Gent.mo Enzo, non è mio mestiere costruire campi, non pensavo che i miei articoli raggiungessero tanti lettori. in realtà la sequenza degli articoli è venuta casuale, man mano che qualche lettore mi chiedeva spunti di riflessione, in poche parole quando scrivevo il primo articolo, non sapevo se avrei mai scritto il secondo e quando, e così via. Probabilmente ho solo voluto “diffondere” nozioni sugli argomenti in mio possesso)
Vede, lo dico senza alcuna vis polemica, quello di cui sta parlando sembra molto semplice, ma evidentemente non lo è. Come mai, se così fosse, non abbiamo tutti super campi? Come mai ancora oggi andiamo a rimediare certi “disastri” fatti da altri sulla scorta di indicazioni generiche?
Purtroppo, quando si sbaglia “grosso” ci si accorge dell’errore, ma in altri casi ad accorgersi sono solo i cavalli. Purtroppo, o per fortuna, i cavalli non parlano. I veterinari alle volte pure.
Trovando essenziale che almeno questo si capisca, qualora volesse qualsivoglia informazione per completare o correggere il Suo Blog, le ribadisco la mia disponibilità.
Se vuole, pubblichi pure questa mia.
Le faccio in ogni caso i miei complimenti per la passione dimostrata verso l’argomento, e per la voglia di venire incontro a chi si ritrova in un mercato con gente che vende sabbie magiche a più di 200 € al metro cubo e non vede alternative.
Le porgo nuovamente i miei più
Distinti saluti.
Enzo Dell'Acqua

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